Chlorophyllum molybdites (G. Mey.) Massee

Sinonimi:
Lepiota molybdites (G. Mey.) Sacc.
Leucocoprinus molybdites (G. Mey.) Pat.
Macrolepiota molybdites (G. Mey.) G. Moreno, Banares & Heykoop

Descrizione:
Cappello: all'inizio di forma emisferica-convessa, infine espansa, diametro 8 - 15 cm, umbone centrale poco evidente e di colore giallastro-ocraceo. La cuticola e' asciutta, setosa, di colore bianco o bianco-crema, ricoperta da squamule brunastre, piu' rade o assenti verso il margine. Margine irregolare per la presenza di qualche fioccosita' residua del velo.
Gambo: cilindrico slanciato, alto 10-20 cm, con base appena bulbosa, superficie liscia, biancastra e piu' o meno concolore al cappello; scalfiggendo con le unghie la superficie del gambo si vede subito l'arrossamento della carne sottostante. L' anello e' scorrevole, con un doppio o triplo margine, biancastro o crema-biancastro, alla lunga imbrunente nella superficie inferiore.
Lamelle: libere al gambo, fitte, con numerose lamellule, di colore inizialmente bianco, bianco-crema, poi verdastre con la maturazione, infine piu' scure, grigio-verdastre o verde-brunastre.
Carne: morbida e tenera nel cappello, di colore crema-biancastro, piu' fibrosa nel gambo, arrossante in sezione specialmente nel gambo. Odore e sapore gradevoli.
Sporata crema-verdastra.

Microscopia:
Spore: lisce, con parete ispessita, di forma da ovoidale a largamente ellissoide, presenza di grosso vacuolo centrale, apicolo laterale marcato, poro germinativo presente, misure 8.5-11.5 x 6.5-7.5 micron.
Basidi: banali, claviformi, in prevalenza tetrasporici.
Cheilocistidi: piriformi, peduncolati, misure 20-25 (30) x 10-15 micron
Nelle foto di microscopia: spore (due foto), basidi, cheilocistidi.

Note:
Chlorophyllum molybdites e' specie di importazione (America del Nord, Africa) in via di diffusione anche in Sardegna e di abbastanza recente individuazione, facilmente confondibile con la commestibile Macrolepiota procera (la comune mazza di tamburo) che presenta pero' carne bianca, immutabile, e gambo non liscio ma tipicamente decorato di marezzature trasversali (vedi scheda di M. procera).
Per la carne arrossante C. molybdites puo' essere confusa anche con Macrolepiota rachodes che è comunque anch'essa specie tossica, quindi da evitare ai fini alimentari (v. scheda di M. rachodes).

Habitat: prato erboso, gregaria, in gruppi numerosi, a volte anche subcespitosa, raramente isolata, in autunno.

Ritrovamento in provincia di Cagliari.

Commestibilita': C. molybdites è specie velenosa responsabile di severe intossicazioni gastrointestinali (cosiddetta Sindrome morgana o Morganismo) che si manifestano dopo 1-3 ore dall'ingestione con malessere, colica, vomito e diarrea sanguinolenta, disidratazione, cianosi, talvolta complicanze neurologiche, con conseguente necessita' di ospedalizzazione d'urgenza per la opportuna terapia. La sindrome sarebbe piu' attenuata se i carpofori fossero ingeriti dopo prolungata cottura (verosimili tossine termolabili!?).